La Mezzaluna rossa curda e la Ong italiana Un ponte per, unica operante nel Nord est della Siria, lanciano l’allarme: cliniche e ospedali sono nel mirino di Erdogan.
“Tra le 7 e le 8 di sabato 12 ottobre, l’aviazione militare turca ha colpito uno dei presidi sanitari di emergenza costruiti a sud di Ras Al Ain insieme alla Mezzaluna Rossa Curda (Krc). Due medici della Krc sono stati feriti e le nostre ambulanze sono state danneggiate”‘
“Se l’offensiva non verrà fermata ci sarà una crisi umanitaria. La prima volta che sono entrato a Raqqa, due anni fa, non ho trovato un edificio in piedi. Queste persone hanno perso tutto. Solo adesso iniziavano a rialzarsi in piedi, in maniera pacifica stavano ricostruendo la loro vita e invece hanno deciso di togliergliela. Bisogna fermare questo piano di morte” – denuncia Pedro San Jose Garces, medico di UPP.
Abbandonare quest’area e la popolazione curda, che ha avuto un ruolo fondamentale nel contenimento e nella sconfitta di Daesh, sarebbe gravissimo, prosegue la ong in una nota pubblicata sul proprio sito, e rappresenterebbe un tradimento dei valori stessi per i quali tante vite sono state sacrificate.
Luca Magno, dell’operational desk in Siria spiega: “Già prima di questo attacco il 95% della popolazione civile aveva bisogno di supporto per accedere a servizi sanitari di base. Adesso la situazione precipita verso un disastro umanitario. In questi anni abbiamo contribuito a ricostruire il sistema sanitario locale: oggi tutto questo lavoro rischia di andare distrutto”.